domenica 21 gennaio 2024

"Matematica rock": quattro recensioni speciali (parte seconda)

Eccoci alla seconda puntata del viaggio attraverso le recensioni di "Matematica rock" scritte dalle studentesse e dagli studenti del corso di modelli matematici ("Mathematical Models for the Physical Natural and Social Sciences) tenuto dal prof. Luigi Amedeo Bianchi dell'Università di Trento e inserito nel curriculum "Teaching and Scientific Communication" della laurea magistrale in Matematica.

Oggi vi presento la seconda delle recensioni, scritta dalla studentessa Camila Demattè. Con il prossimo e ultimo post, che uscirà domani, riporterò le ultime due recensioni.




Recensione di "Matematica rock" (Camila Demattè)

“Un viaggio insolito alla scoperta della matematica in un’ambientazione rock”

Così è descritto “Matematica rock - Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin”, libro dal carattere divulgativo-scientifico di Paolo Alessandrini, docente di matematica e divulgatore scientifico.


L'autore: Paolo Alessandrini

Paolo Alessandrini, nel suo blog, si definisce cosi: “un divulgatore scientifico, autore e blogger di matematica, docente di matematica in un istituto tecnico e liceo scientifico in provincia di Treviso e, nella mia vita precedente, ingegnere informatico”.

Nato nel 1971 a Verona, dopo aver conseguito il titolo di ingegnere iInformatico e aver dedicato i suoi primi anni di carriera lavorativa in azienda e nel mondo accademico, ha intrapreso la strada dell’insegnamento e della divulgazione scientifica, divenendo autore di articoli su riviste matematiche quali ad esempio Prisma e Archimede, curando uno dei più noti blog di divulgazione in Italia, "Mr. Palomar", e partecipando come relatore a conferenze, spettacoli, programmi radio e televisivi a carattere matematico. Inoltre, è autore di diversi libri, tra i quali “Matematica rock”, oggetto di questa recensione.


Il libro

Uscito nel 2019 nella collana Microscopi di Hoepli, ha sin da subito riscosso gran successo di vendita e di critica ed è stato oggetto di un’intera trasmissione di Radio3 Scienza, quotidiano scientifico della terza rete. “Matematica rock” in realtà non è il primo libro di Alessandrini che tratta del rapporto tra matematica e musica, ma potremmo definire quest’ultimo come successore del libro uscito nel 2014, “La matematica dei Pink Floyd”.


Motivo della scelta

Ho scelto questo libro per molteplici ragioni: la curiosità indotta dal titolo, la conoscenza della nomea di Paolo Alessandrini ed infine, ma non per importanza, la mia passione per la musica. Ciò che mi ha definitivamente convinta, però, è stata l'esistenza di una playlist con tutte le canzoni citate nel libro. Ho trovato l'idea geniale, perché permette di coinvolgere il lettore e lo aiuta a contestualizzare maggiormente il libro, integrando la conoscenza di band e testi che magari non sono noti.


Trama

Il libro è composto da 14 capitoli ed è suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali si prefigge di dare un assaggio di una branca della matematica, partendo da vicende ed aneddoti provenienti dal mondo della musica, piu precisamente dal genere rock. Vi è un continuo alternarsi tra uno stile narrativo descrittivo ed uno stile a carattere monografico, tipico dei saggi: se nel primo caso lo scopo è quello di creare affascinanti cornici a tema storico-musicale, con il secondo stile si intende, seppur con uno spirito leggero, far apprendere al lettore qualche nozione matematica.


Parte I

La prima sezione è dedicata all’aritmetica e all’algebra. E la parte più corposa del libro, conta ben cinque capitoli e i temi trattati sono molto variegati. Nel primo capitolo, partendo da un aneddoto legato a “Rock Around The Clock” di Freedman e Myers, Alessandrini introduce l'aritmetica modulare utilizzando come aggancio il testo stesso della canzone, nella quale si fa riferimento alle ore della giornata con numeri che vanno da 1 a 12 e poi si ripetono. 

Si passa poi ad un capitolo dedicato interamente ai Queen, con il brano “We Will Rock You”. Brian May, chitarrista dei Queen e astrofisico, durante la registrazione della canzone utilizzò le sue conoscenze matematiche per creare il celebre effetto dello stomp-stomp-clap che rese famoso il brano. La brillante idea di May fu quella di adoperare i numeri primi, in modo da evitare sovrapposizioni d’onda che rendessero le frequenze irrealistiche e sgradevoli all'orecchio. L'autore introduce cosi anche le nozioni di numeri coprimi e il teorema fondamentale dell’aritmetica. 

Il terzo capitolo riguarda la serie di Fibonacci, presentata a partire dalla struttura del brano “Firth of Fifth” dei Genesis. Lo scrittore discute anche della sezione aurea, spesso adoperata nell'arte, osservabile in natura e intrinsecamente collegata alla serie di Fibonacci. 

Agganciandosi al titolo dell’album “X&Y” della popolare band londinese, i Coldplay, l'autore prende poi in considerazione il concetto di coordinate, di funzione e l'origine della nomenclatura delle incognite per eccellenza, la x, y e z. 

Per concludere questa prima sezione, Paolo Alessandrini, utilizzando come cornice il brano “2+2=5" dei Radiohead, descrive e accenna alla struttura formale, all’assiomatica e al linguaggio della matematica.


Parte II

La seconda sezione è dedicata al calcolo combinatorio, alla probabilità e alla statistica. Nel sesto capitolo — nonché il primo di questa sezione — Paolo Alessandrini analizza la copertina dell’album “Help” dei Beatles, nella quale e stato utilizzato l'alfabeto semaforico: fatalità dei fatti, per rendere gradevole l'estetica, il messaggio riportato in copertina non è realmente Help, ma Nvuj. L'autore introduce cosi le basi del calcolo combinatorio, partendo dagli anagrammi, calcolabili mediante permutazioni. 

Il settimo capitolo e sulla stessa lunghezza d’onda del precedente: anch’esso analizza la copertina di un disco, X&Y dei Coldplay, nella quale sono stati adoperati gli esagrammi. Il lettore può apprendere in questa sezione la conversione da struttura decimale a binaria. 

Questa seconda parte del libro si conclude narrando la storia della risoluzione di un problema reale, legato all’attribuzione della paternità di brani musicali contesi tra John Lennon e Paul McCartney, la cui soluzione fu trovata grazie all'impiego della probabilità bayesiana e della statistica.


Parte III

La terza sezione è dedicata alla geometria. Partendo dalla canzone “Pi” di Kate Bush, Alessandrini discute le proprietà del pi greco e introduce i concetti di numeri irrazionali e trascendenti. 

Sfruttando poi la copertina dell’album “Led Zeppelin IV” dell’'omonima band, firmata con un particolare simbolo - di cui Alessandrini spiega l'origine - da ogni membro del gruppo, accenna poi alla teoria dei nodi e dalla topologia, parti fondamentali della branca della geometria, ma poco note a un pubblico non esperto.

L'ultimo capitolo di questa sezione è anch’esso incentrato su un’analisi visiva: l'argomento matematico trattato riguarda le funzioni ricorsive, definite metaforicamente dall’autore come “il sogno nel sogno”, e per introdurlo Alessandrini utilizza l'analisi del video musicale di “Bohemian Rhapsody” dei Queen e l'analisi di alcune copertine di album musicali, quali ad esempio “Ummagumma” ed “Echoes” dei Pink Floyd. Inoltre, lo scrittore accenna pure al concetto di autosimilarità con i frattali.


Parte IV

La quarta ed ultima sezione e dedicata all’analisi. Agganciandosi a un brano del 1951 di Tom Lehrer, “There’s A Delta For Every Epsilon”, Paolo Alessandrini illustra la notazione più utilizzata nelle definizioni dell’analisi matematica, composta appunto di δ ed ε e mostra la connessione intrinseca tra questo linguaggio e il concetto di limite e successivamente la connessione di quest’ultima con la nozione di derivata, basandosi sul testo “The Derivative Song” di Lehrer. 

Cosi come è accaduto nella prima sezione e seconda sezione, anche in questa parte un intero capitolo è dedicato alla risoluzione matematica di un problema apparentemente solo musicale: risalire, a partire da una registrazione audio, all'accordo di apertura suonato dai Beatles in “A Hard Day’s Night”. Alessandrini racconta che quella che si ritiene ad oggi essere la soluzione più plausibile e in accordo con le testimonianze dei membri della band è stata ricavata utilizzando le trasformate di Fourier. 

Il libro si conclude trattando ed illustrando tutti i componenti della “formula più bella del mondo”, ovvero e^iπ + 1 = 0, cantata dai Van der Graaf Generator nel 2011.


Commento

La scrittura è scorrevole e piacevole: personalmente ho divorato il libro in un paio di giorni. La cornice data dagli aneddoti e dalle vicende musicali rende accattivante il contesto matematico nella quale essi vengono presentati. Alessandrini, da buon divulgatore quale è, ha una splendida capacità di introdurre concetti di matematica, sia base che avanzata, in maniera spontanea, graduale e comprensibile a un pubblico ampio e di qualsiasi livello di cultura. Il brillante connubio creato tra la matematica e il rock, oltre che a incuriosire ed attirare l'attenzione, permette grandi spunti di riflessione e invita a osservare, o meglio, ascoltare, il mondo che ci circonda anche con un orecchio “scientifico”.

Ho particolarmente apprezzato il contatto diretto che l'autore tenta di instaurare con il lettore, pagina dopo pagina si ha quasi l'impressione di sostenere una lunga chiacchierata, che, a mio avviso, rende la lettura più leggera ed immersiva. Ritengo che tale approccio sia molto funzionale in termini di comunicazione scientifica, in quanto il coinvolgimento umano ed emotivo mantiene alta l'attenzione di chi legge. Durante la lettura del libro ho tentato pure io di trovare collegamenti tra i testi delle canzoni che ascolto spesso e la matematica: sono rimasta piacevolmente sorpresa dal gran numero di connessioni che spesso ignoriamo ma che, ascoltando con un orecchio più attento, è possibile cogliere.


Commento sulla divulgazione matematica

Gli spunti matematici proposti, sebbene siano raccontati con grande precisione, non hanno lo scopo di approfondire gli argomenti trattati o di discuterli in modo esaustivo, ma di mostrare quale sia la vera natura poliedrica della matematica e di come sia possibile trovarla in qualsiasi circostanza. In un certo qual modo hanno il fine di suscitare curiosità, ingrediente essenziale e “motore” della conoscenza e dell’apprendimento, anche in un pubblico non professionista.

Paolo Alessandrini in questo libro ha mostrato di possedere una dote fondamentale per divulgare la matematica, ovvero quella di trovare esempi non solo non banali, ma anche esterni al regno puramente accademico. Sebbene inizialmente fossi molto scettica riguardo ai collegamenti tra la matematica e il rock, che ritenevo abbastanza improbabili, mi sono ricreduta trovando nel libro connessioni che si sono rivelate solide ed interessanti e che hanno reso il libro non solo credibile, ma anche genuinamente piacevole alla lettura.


Conclusione

Ho apprezzato e consiglierei a tutti la lettura di “Matematica rock - Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin”, in quanto e fruibile ad un pubblico senza distinzione di livello culturale scientifico e musicale, sebbene conoscere i brani trattati in questo libro renda la lettura, a mio avviso, molto più piacevole. 

Ritengo che questo volume sia un ottimo esempio di ciò che dovrebbe essere la divulgazione scientifica. 

Inoltre, credo che molte parti di questo libro, se ben contestualizzate, possano essere buoni spunti per gli insegnanti da utilizzare durante le lezioni, al fine di incuriosire, approfondire o introdurre alcuni argomenti.


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