mercoledì 16 dicembre 2020

Matematica e turismo: intervista live a Sandra Lucente

Chi di voi non ha assistito alla diretta di giovedì scorso su "La matematica nella chimica"?
Nessun problema: potete in qualsiasi momento vedere il video sul mio canale "Paolo Alessandrini - Matematica" (a proposito, se non l'avete ancora fatto, iscrivetevi!)
Colgo ancora una volta l'occasione per ringraziare l'amico Fabiano Nart, protagonista della serata, per la sua collaborazione e per la sua affascinante esposizione.
Ci siamo divertiti molto, ed è stato un grande piacere constatare che anche voi, cari amici, avete apprezzato molto l'intervista (eravate molto numerosi e sono arrivati davvero tanti, tanti commenti e domande).

A proposito di interviste, vi avevo promesso di proporne presto di nuove.
Ebbene, eccovi accontentati: martedì prossimo, 22 dicembre, sempre alle 21, avrò l'onore e il piacere di conversare con la dottoressa Sandra Lucente, ricercatrice in Analisi Matematica all'Università di Bari, nonché brillante divulgatrice e autrice di alcuni particolarissimi libri sugli itinerari matematici in Puglia e in Basilicata.
Proprio sul tema "Matematica e turismo" verterà l'intervista di martedì 22: sono certo che Sandra Lucente ci stupirà raccontando la magia e il fascino di questa insolita intersezione. Per concludere, vi riporto le parole con cui Sandra stessa ha introdotto su Facebook il suo intervento: 

Il primo amore non si scorda mai.... soprattutto se continua quotidianamente a regalarti sguardi matematici. Ma davvero uno va a vedere un posto se glielo descrivi con la matematica? Ma davvero hai venduto libri con indice solo matematico a tantissime guide turistiche e i turisti hanno fatto laboratori di geometria? Ma davvero ci hanno fatto le gite scolastiche ideate dai prof di matematica e non da quelli di storia? e ci hanno fatto pure le tesi? Davvero col caldo bello e piscina perfetta gli hotel hanno organizzato la lezione sull'esaustione invece che la caccia al tesoro? Ma davvero davvero scrivi su un quotidiano la teoria della dimensione e te la pubblicano? Davvero davvero davvero se fai video sulle città frattali collezioni migliaia di visualizzazioni? SI. Queste sono le domande facili, le altre difficili sul tema me le fa nientemeno che Paolo Alessandrini (il cui libro Matematica Rock è il mio preferito di divulgazione 2020). Vi aspettiamo il 22 dicembre alle 21 per raccontarvi che matematica e turismo sono una combinazione perfetta per divertirsi e sognare di viaggiare ancora tantissimo!

martedì 15 dicembre 2020

Carnevale della Matematica #145 su Notiziole di .mau.

Ecco il Carnevale della Matematica numero 145, ospitato dal fondatore Maurizio Codogno sulle sue Notiziole di .mau.
Il tema del mese era "lettere", e questo blog lo ha stranamente rispettato, offrendo il post X, dal titolo più breve della storia di Mr. Palomar. 
Oltre al sottoscritto, sono intervenuti anche Adam Atkinson, Roberto Zanasi, i Rudi Mathematici, Annalisa Santi, Leonardo Petrillo e MaddMaths!
L'edizione di febbraio (il Carnevale a carnevale) sarà allestita, com'è tradizione, dagli impareggiabili Rudi Mathematici.
Grazie a .mau. e buon Carnevale a tutti.

venerdì 11 dicembre 2020

X

A volte mi sveglio la mattina con un'idea balzana.
Di solito l'idea svanisce poco dopo, tra le brume del dormiveglia e le volte di fumo del caffè. Qualche giorno fa, però, mi è saltato in mente che sarebbe stato interessante regalare al mio blog, magari come regalo anticipato per il suo decimo compleanno, un post con un titolo molto, molto breve. Il più breve di sempre. Ho pensato a titoli formati da una sola parola, che forse sarebbero riusciti a conquistare l'ambito primato.
Poi ho pensato che se vuoi fare una cosa, tanto vale farla fino in fondo. E allora ho deciso di utilizzare una sola lettera. Non una a caso, però: la X.
Avete già capito, eh?

Ecco. In realtà il post, in un certo senso, è già finito. No, non perché abbia deciso di far sì che fosse anche il post più breve in assoluto (cosa che non avrebbe peraltro funzionato, perché nella storia di Mr. Palomar esiste anche un post totalmente privo di testo), ma perché il resto della storia l'avevo già scritto, cioè l'ho ripreso dal mio libro "Matematica rock".

Già, perché in uno dei capitoli del libro avevo accennato ad alcune delle teorie che sono state proposte per spiegare il motivo dell'uso della lettera "X" per indicare le incognite in matematica. 
Ecco a voi, dunque: buona lettura!


Ebbene, nel saggio La geometria (e anche in altri precedenti) lo scienziato francese propose di utilizzare le prime tre lettere dell’alfabeto (a, b, c) per indicare quantità note e le ultime tre (x, y, z) per denotare valori sconosciuti. Questa pratica, grazie alla successiva diffusione delle opere di Cartesio, si consolidò e divenne uno standard impiegato ancora oggi. Non è escluso che lo studioso avesse preso a prestito l’idea da qualcun altro.

In un monologo TED del 2012, Terry Moore, direttore di The Radius Foundation, organizzazione americana attiva nel settore della comunicazione, ha fornito una curiosa spiegazione del fatto che oggi noi usiamo abitualmente la lettera x per indicare un numero ignoto. Secondo Moore, tutto è nato da un problema di traslitterazione dalla lingua araba a quella spagnola [4] [5]. I matematici arabi indicavano l’incognita con il termine al-shalan, che significa “la cosa ignota” (la parola shalan, senza l’articolo determinativo “al”, significa “qualcosa”, ovvero qualcosa di indefinito o di sconosciuto). Quando gli studiosi spagnoli, nel Medioevo, dovettero tradurre nella propria lingua i trattati arabi di qualche secolo addietro, si imbatterono in una difficoltà: in spagnolo non esiste il suono “sh” e quindi lo resero con il suono “ck”, che in greco antico è scritto con la lettera “X” (“chi”). Quando, successivamente, questo materiale fu tradotto nella lingua comune europea, ovvero in latino, la “chi” greca fu sostituita dalla “X” latina.

L’ipotesi di Moore non è documentata e molti studiosi non la ritengono plausibile. Secondo un’altra storia, fu addirittura lo stampatore di Cartesio a suggerirgli di utilizzare la lettera x per rappresentare l’incognita matematica: essendo la lettera meno usata in francese, per lo stampatore era più comodo usare i caratteri mobili della x che quelli di un’altra lettera. Al di là delle teorie più o meno fantasiose, resta il fatto che Cartesio scelse le lettere x, y, z come simboli d’elezione per le incognite.

Ma che cosa s’intende esattamente quando si parla di incognita in matematica? Quasi sempre questo termine è legato al concetto di equazione. Nell’immaginario comune, il termine “equazione” è spesso associato a qualcosa di intricato, imperscrutabile e per questo attraente. Non dobbiamo quindi stupirci se alcuni artisti hanno usato la parola “equazione” in alcuni testi di canzoni, come “Myriad” del gruppo americano dei Kansas, o “Common Denominator” del cantautore canadese Justin Bieber, amatissimo dalle adolescenti di tutto il mondo.

In realtà, l’idea di equazione è di per sé piuttosto semplice. Vi ricordate quelle vecchie bilance a due piatti che venivano usate dagli orafi? Ecco, un’equazione assomiglia molto a un strumento di questo genere: sui due piatti vengono messe due espressioni contenenti un’incognita (per esempio la x) e si deve trovare il valore che, attribuito all’incognita, rende uguali le due espressioni: quel valore, cioè, che mantiene la bilancia in equilibrio.

I miei ultimi video: "Newton e Treviso: una storia di attrazione fatale"

La mini-rassegna degli ultimi video del mio canale YouTube "Paolo Alessandrini - Matematica"   si conclude con il video che ho pub...