Rileggendo i vecchi contenuti di questo blog, mi sono reso conto di non aver mai dedicato veramente un post al gioco degli scacchi, se non per parlare di aspetti marginali e di collegamenti con altri temi: ad esempio la leggenda dei chicchi di grano sulla scacchiera o il grande quadrato latino della "Vita istruzioni per l'uso" di Perec.
Non rimedierò oggi a questa mancanza, anche perché parlare di scacchi in modo davvero originale non è cosa facile per chi scacchista non è. Parlerò invece di varianti al gioco classico degli scacchi. Non aspettatevi però una trattazione sistematica: vi dovrete accontentare di una incuriosita carrellata, disordinata e molto incompleta.
In un articolo dedicato proprio ai molti giochi da scacchiera, il grande Martin Gardner scriveva: "Come gli organismi biologici, i giochi si evolvono e proliferano in nuove specie. Alcuni semplici giochi, come il filetto, possono restare invariati per secoli; altri fioriscono per qualche tempo, poi svaniscono completamemte."
Dama e scacchi sono invece i giochi da scacchiera che hanno originato la più grande quantità di mutazioni, attraverso i secoli e i continenti.
Lo stesso Gardner ricorda che gli scacchi hanno probabilmente avuto origine in India nel VI secolo dopo Cristo, e che l'attuale versione internazionale standardizzata non è che una delle innumerevoli forme di scacchi conosciute.
Parlando di scacchi "fantasia", l'attenzione deve andare, ovviamente, sulle varianti sostanziali e non estetiche del gioco. In molti negozi si trovano infatti versioni caratterizzate da pedine dall'aspetto insolito, magari dall'ambientazione fantascientifica, zoologica o mitologica: le regole del gioco, tuttavia, restano invariate, e scarsa rilevanza ha il fatto che la torre può avere, ad esempio, l'aspetto di un elefante, e i pedoni quello di scimmie.
Le varianti sostanziali possono derivare dall'uso di scacchiere alternative o di tipi di pezzi non convenzionali, da regole diverse per il movimento, per la cattura o per lo scacco, o da chissà quale altra fantasiosa modifica al gioco standard.
I tre principali paesi dell'Asia orientale, Giappone, Cina e Corea, danno origine ad altrettante varianti scacchistiche.
Gli scacchi giapponesi, ad esempio, detti anche shogi, si giocano su una scacchiera 9x9 anziché 8x8, e con venti pedine per parte, sistemate su tre righe anziché due. I tipi di pezzi sono diversi rispetto al gioco tradizionale, ma il meccanismo dello scacco matto è analogo. Una caratteristica insolita consiste nel fatto che i pezzi catturati possono essere riutilizzati da chi li ha presi.
Anche gli scacchi cinesi (tséung k'i) condividono col gioco standard la dinamica dello scacco matto, ma le regole sono completamente diverse. La scacchiera è 8x8, e al centro è attraversata da una fascia orizzontale detta il "fiume".
I 32 pezzi, suddivisi tra pedoni, cavalli, elefanti, torri, cannoni, consiglieri, imperatori, non sono collocati sulle caselle della scacchiera, ma sulle intersezioni delle sue linee.
Gli scacchi coreani (tiyang-keui) hanno qualche somiglianza con quelli cinesi, e in particolare le pedine si muovono ancora sulle intersezioni: ma la dimensione della scacchiera è 8x9, e molte regole sono parecchio diverse.
Come nella musica rock, esiste un genere di scacchi detto progressivo. Rispetto al gioco standard cambia soltanto la regola dell'alternanza tra le mosse del bianco e del nero: il bianco apre il gioco con la sua mossa, il nero prosegue con due mosse, il bianco ne effettua tre, e così via. Nelle fasi finali della partita, ogni giocatore può trovarsi a dover effettuare una sequenza molto lunga di mosse, e questo rende il gioco particolarmente complesso e appassionante.
Ci sono delle sottovarianti legate alla possibilità di interrompere, sotto certe condizioni, la propria serie di mosse, oppure a particolari limitazioni nel movimento dei pezzi.
E' curioso notare che le varietà conosciute di scacchi progressivi sono quella italiana, quella scozzese, quella scozzese moderna e quella inglese: come nel rock progressivo, le idee migliori sono nate in Gran Bretagna e in Italia.
Se non volete cimentarvi nelle complessità degli scacchi progressivi, potete sempre provare gli scacchi marsigliesi, o a due mosse: semplicemente ogni giocatore gioca due volte a ogni turno.
In alcune varianti compaiono pezzi strani, come il centauro, che combina
le mosse dell'alfiere e del cavallo, o la regina blu, che non è di
nessuno dei due giocatori, e può essere usata a turno da ciascuno.
In un'altra versione, uno dei due giocatori può giocare senza la regina, aggiungendo in compenso una riga in più di pedoni.
Molte idee per scacchi alternativi sono nati dalla mente di narratori. Negli scacchi inventati dallo scrittore irlandese Lord Dunsany, grande appassionato di caccia e di pistole, uno dei due giocatori può giocare unicamente con quattro file di pedoni.
Lo scrittore americano Edgar Rice Burroughs, noto in particolare per avere ideato il personaggio di Tarzan, scrisse una gran quantità di storie di fantascienza, ambientate per lo più sul pianeta Marte e centrate sulla figura di John Carter.
In uno di questi romanzi, intitolato "Le pedine di Marte", Burroughs propone una versione alternativa del gioco degli scacchi, nota come scacchi marziani o jetan, giocata su una scacchiera 10x10 con pezzi dal movimento insolito: ad esempio la "principessa" può effettuare, una sola volta in una partita, una super-mossa che consiste nel fuggire a una distanza illimitata in qualsiasi direzione.
Il solito Gardner racconta di un altro autore di fantascienza, Lewis Padgett, (in realtà pseudonimo di due coniugi americani, Henry Kuttner and Catherine Lucille Moore), che in un racconto descrive la figura di un geniale matematico inventore di versioni alternative degli scacchi.
Una variante curiosa degli scacchi è detta "di trasporto": ogni pezzo può essere messo sulla cima di una torre e da essa trasportato in una diversa casella della scacchiera.
In un momento politico in cui va di moda la logica del "tanto peggio tanto meglio", non è fuori luogo citare una versione di scacchi in cui, paradossalmente, si vince se si perde: nel vinciperdi, infatti, scopo del gioco è farsi catturare tutti i pezzi, re compreso, e arrivare al punto di non poter più muovere.
Ancora Martin Gardner descrive un tipo di scacchi in cui uno dei due giocatori dispone dei classici 16 pezzi, mentre l'altro ne ha uno solo, il cosiddetto marajà, le cui mosse combinano quelle della regina e del cavallo. E' dimostrato che, se si toglie ai pedoni la prerogativa di trasformarsi in regine una volta giunti sulla riga finale, non è così facile sconfiggere il potente marajà, favorito dalla sua grande mobilità.
Esiste anche una versione di scacchi che fa uso di due scacchiere nella stessa partita: nella quadriglia (detta anche tourbillon o bughouse), infatti, due squadre di due giocatori ciascuna giocano sulle due scacchiere, ma i pezzi presi da un giocatori vengono passati al suo compagno di squadra, il quale, giocando con il colore opposto, può usarli come desidera.
E' possibile giocare con una scacchiera normale, pezzi standard e regole classiche, utilizzando però posizioni di partenza insolite: rientrano in questa categoria numerosissime varianti degli scacchi, tra le quali wild, scacchi 960, fianchetto, scacchi trascendentali e molte altre.
Innumerevoli sono le scacchiere anomale: tridimensionali, esagonali, romboidali,e chi più ne ha più ne metta. E' possibile anche immaginare che la scacchiera sia in realtà un
cilindro, per cui il lato destro è considerato unito al lato sinistro.
Se volete complicare le cose, immaginate che la scacchiera sia un nastro
di Moebius, cioè che sia stata applicata una torsione di mezzo giro
prima di congiungere i due lati della stessa.
Ma abbiamo appena scalfito la superficie del mondo degli scacchi fantasia: la voce inglese di Wikipedia "Chess variant" è davvero ricchissima di esempi: ne potete trovare addirittura uno inventato da Yoko Ono!
Buon divertimento!
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RispondiEliminahttp://www.omegachess.com/home.html