Esattamente 25 anni fa, il 14 giugno 1986, moriva a Ginevra uno dei più grandi scrittori del Novecento, forse il più "matematico" di tutti: Jorge Luis Borges.
Molti dei temi simbolici cari a Borges sono genuinamente matematici, e altri lo sono per estensione: cito qui l'infinito, il tempo, la memoria, il sogno, la verità, il paradosso, gli scacchi, il doppio. Ma uno dei temi più ricorrenti nell'opera di Borges è costituito dal labirinto.
Sono infatti numerosissimi i passi borgesiani che raccontano di labirinti: dalla celeberrima "Biblioteca di Babele" a "Il giardino dei sentieri che si biforcano", da "I due re e i due labirinti", a "La casa di Asterione" e a "Abenjacan il Bojari, ucciso nel suo labirinto".
Non stupisce quindi che sia stato scelto proprio questo simbolo metaforico, nonché oggetto matematico, per celebrare oggi a Venezia il venticinquennale della morte del grande argentino.
Un grande giardino-labirinto, realizzato dall'architetto inglese Randoll Coate e finanziato dalla Fondazione Cini, è stato inaugurato nell'isola di San Giorgio, alla presenza della vedova dello scrittore, Maria Kodama Borges. Il labirinto veneziano di Borges è la copia di quello esistente dal 2003 nella tenuta di Los Alamos, in Argentina.
Borges e Venezia erano legati da un rapporto speciale. "Ne era quasi ipnotizzato perché il tratto onirico di Venezia, l’acqua, il silenzio delle calli, lo affascinavano completamente" - ha detto Maria Borges - "e Venezia stessa è un labirinto".
Nel labirinto veneziano non potevano mancare gli specchi, altro simbolo caro a Borges, gödelianamente intriso di implicazioni matematiche e metaforiche. Prossimamente verrà realizzato un corrimano in alabastro con il racconto "Il giardino dei sentieri che si biforcano" inciso in caratteri Braille. Al di là del servizio reso ai non vedenti, è evidente il richiamo ad uno dei racconti più matematici di Borges: vertiginosa riflessione sugli universi paralleli che rappresenta un labirinto temporale ancor prima che un labirinto fisico.
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