A tutti noi è capitato, almeno una volta nella vita, di conoscere dal vivo una persona, o un gruppo di persone, che ci erano note soltanto in modo indiretto: per esempio attraverso l'immagine diffusa dai mass media, o anche soltanto tramite le loro opere (nel caso si tratti di autori, artisti, scienziati, e così via).
Può succedere poi che il personaggio con il quale ci troviamo a tu per tu sia molto famoso, oppure qualcuno che apprezziamo molto, magari al punto di considerarci suoi fans. Quando ciò accade, l'incontro può diventare davvero memorabile, o per lo meno molto piacevole.
Per esempio, in quel territorio, a me molto caro, che sta all'intersezione tra la divulgazione scientifica e la matematica ricreativa, abitano tre persone che io stimo particolarmente, e che rispondono al nome di Rudi Mathematici.
Può succedere poi che il personaggio con il quale ci troviamo a tu per tu sia molto famoso, oppure qualcuno che apprezziamo molto, magari al punto di considerarci suoi fans. Quando ciò accade, l'incontro può diventare davvero memorabile, o per lo meno molto piacevole.
Per esempio, in quel territorio, a me molto caro, che sta all'intersezione tra la divulgazione scientifica e la matematica ricreativa, abitano tre persone che io stimo particolarmente, e che rispondono al nome di Rudi Mathematici.
Io i Rudi li avevo conosciuti inizialmente leggendo Le Scienze: per quei pochi che non lo sanno, da ormai sei anni sono gli autori di una quasi loro omonima rubrica di matematica ricreativa (loro forse non vorrebbero che io lo dicessi, ma in qualche modo le loro pagine raccolgono l'eredità dello spazio che fu di gente come Martin Gardner, Douglas Hofstadter e Ian Stewart).
Leggendo le pagine de Le Scienze, quelle della loro rivista online, e (non dimentichiamocene) del loro "blog d'autore" ho sempre più apprezzato (o, dovrei forse ammettere, "invidiato"?) il loro modo speciale e inimitabile di raccontare la matematica.
Non avrei mai immaginato che a un certo punto (è accaduto poco più di un anno fa), qualcuno mi avrebbe chiesto di rinnovare la rubrica che, molti anni prima, i Rudi avevano curato sulla gloriosa rivista di astronomia Coelum: è così che ora, immeritatamente, scrivo di matematica ricreativa sull'ultima pagina di quel mensile.
Incoraggiato da questo incredibile avvenimento, qualche mese fa presi un po' di coraggio e osai chiedere ai miei idoli di rispondere a qualche domanda per questo blog: con grande gentilezza loro accettarono, e ne uscì questa intervista.
Lo scorso 11 maggio, l'apoteosi: a Torino, durante il Salone del Libro, finalmente incontrai di persona 2/3 dei mitici Rudi Mathematici. Come potete immaginare, un incontro che viene a maturarsi attraverso tappe di questo tipo diviene particolarmente significativo
Un altro motivo di affinità tra i sommi Rudi e il sottoscritto è il fatto di essere entrambi (forse dovrei dire tutti e quattro?) autori della collana Altramatematica di 40K.
Già, perché anche i Rudi hanno scritto uno dei librini della prestigiosa serie di e-book, intitolato Di 28 ce n'è 1.
Il titolo lascia intendere che si tratta di un libro sul calendario, o meglio, sulle questioni matematiche, spesso molto curiose e anche divertenti, che riguardano i calendari.
Per introdurlo, non c'è niente di meglio del "trailer" degli stessi autori:
Dalle Calende Greche
(che non esistono) al 30 Febbraio (che invece è esistito); dalle invidie
degli imperatori romani che volevano mesi non meno lunghi di quelli dei
loro predecessori alle complicate decisioni conciliari sulla Pasqua e
sull’Epatta; dalla cancellazione occidentale di dieci giorni nel 1582,
alla proibizione orientale dei calendari nel Giappone medievale; dalla
Genesi che cita la settimana nei suoi primi versi, al Giorno del
Giudizio (inventato da un matematico). Un viaggio per scoprire quale sia
il giorno bisestile (no, non è il 29 Febbraio), o perché la Rivoluzione
d’Ottobre sia capitata a Novembre, o, più semplicemente, per scoprire
quanto sia difficile contare anche solo da 1 a 365.
Inutile dire che il libro è scritto davvero bene, come i Rudi sanno fare, e si lascia leggere con grande facilità e piacevolezza. Scorrendo le sue pagine (elettroniche, ovviamente) si scoprono cose davvero interessanti: per esempio la storia del 30 febbraio (che è davvero esistito in una certa nazione e in un certo anno), il millenario dilemma tra calendari solari, lunari, lunisolari e chi più ne ha più ne metta, o l'algoritmo del Giorno del Giudizio, inventato da quel geniaccio di John Conway, e comodissimo per determinare in che giorno della settimana cada una certa data.
Insomma, cosa aspettate a scaricarlo e a leggerlo? La vostra estate sarà molto più ricca e gradevole.
Colgo l'occasione per elogiare e ringraziare di cuore i Rudi per aver promosso il loro libro senza mai dimenticare i titoli di tutti i "colleghi di collana", e di avere quindi citato anche il sottoscritto sul blog de Le Scienze e sull'ultimo numero della rivista che prende il nome dallo stesso trio, dove mi hanno voluto dedicare una recensione per me bellissima, della quale cito le ultime (per me commoventi) parole:
La matematica sta dappertutto, nella mente irrequieta di Barrett, nell’obiettivo del fotografo di Ummagumma, ma anche nella matita smozzicata dello scolaro, nella scarpa del centravanti in televisione, nella Luna che tramonta a Ovest e nel DNA della portinaia che rientra dal supermercato. Paolo Alessandrini l’ha tirata fuori dai Pink Floyd, e il merito è tutto suo: molto più che di Barrett, Waters, Gilmour, Wright e Mason.
Non contenti, i Rudi hanno menzionato tutti gli autori di Altramatematica addirittura sulle sacre pagine cartacee della rivista di divulgazione scientifica più importante d'Italia. Prova ne è l'immagine qui a fianco, tratta dal numero di luglio, di fronte alla quale ancora oggi, diverse settimane dopo, mi scopro ancora incredulo, e mi chiedo se sono proprio io quell'Alessandrini che viene citato, oppure se si tratti, molto più probabilmente, di un omonimo autore di libri di "matematica pop". Che strana coincidenza, però!
Inutile dire che il libro è scritto davvero bene, come i Rudi sanno fare, e si lascia leggere con grande facilità e piacevolezza. Scorrendo le sue pagine (elettroniche, ovviamente) si scoprono cose davvero interessanti: per esempio la storia del 30 febbraio (che è davvero esistito in una certa nazione e in un certo anno), il millenario dilemma tra calendari solari, lunari, lunisolari e chi più ne ha più ne metta, o l'algoritmo del Giorno del Giudizio, inventato da quel geniaccio di John Conway, e comodissimo per determinare in che giorno della settimana cada una certa data.
Insomma, cosa aspettate a scaricarlo e a leggerlo? La vostra estate sarà molto più ricca e gradevole.
Colgo l'occasione per elogiare e ringraziare di cuore i Rudi per aver promosso il loro libro senza mai dimenticare i titoli di tutti i "colleghi di collana", e di avere quindi citato anche il sottoscritto sul blog de Le Scienze e sull'ultimo numero della rivista che prende il nome dallo stesso trio, dove mi hanno voluto dedicare una recensione per me bellissima, della quale cito le ultime (per me commoventi) parole:
La matematica sta dappertutto, nella mente irrequieta di Barrett, nell’obiettivo del fotografo di Ummagumma, ma anche nella matita smozzicata dello scolaro, nella scarpa del centravanti in televisione, nella Luna che tramonta a Ovest e nel DNA della portinaia che rientra dal supermercato. Paolo Alessandrini l’ha tirata fuori dai Pink Floyd, e il merito è tutto suo: molto più che di Barrett, Waters, Gilmour, Wright e Mason.
Non contenti, i Rudi hanno menzionato tutti gli autori di Altramatematica addirittura sulle sacre pagine cartacee della rivista di divulgazione scientifica più importante d'Italia. Prova ne è l'immagine qui a fianco, tratta dal numero di luglio, di fronte alla quale ancora oggi, diverse settimane dopo, mi scopro ancora incredulo, e mi chiedo se sono proprio io quell'Alessandrini che viene citato, oppure se si tratti, molto più probabilmente, di un omonimo autore di libri di "matematica pop". Che strana coincidenza, però!
te lo posso assicurare, Paolo: l'Alessandrini citato sei proprio tu, e ti meriti questo ed altro. Siamo noi a non meritare tutte le belle cose che dici di noi... ma, meritate o meno, ci fanno davvero tanto piacere. Grazie. - Alice, Piotr, Rudy.
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