- Che cosa mi piace della matematica? - disse Tengo, rivolgendo di nuovo a se stesso la domanda di prima, per distrarre la propria attenzione dalle dita e dal seno della ragazza. - La matematica è come lo scorrere dell'acqua. Naturalmente le teorie sono numerose e abbastanza complicate, ma la logica fondamentale è molto semplice. Come l'acqua che scorre dall'alto verso il basso seguendo il percorso più breve, anche la matematica non ha che un unico flusso. Se lo si osserva a lungo, con attenzione, quel percorso emerge da solo. Basta che ti limiti a guardarlo, senza fare nulla. Se ti concentri e guardi con attenzione, tutto si chiarisce da sè. In questo grande mondo non c'è nessuno che mi tratti con tanta gentilezza, a parte la matematica.
Fukaeri ci pensò su per un po'.
- Perché scrive romanzi, - chiese, senza nessun accento nella voce.
Tengo tradusse la frase in una domanda più lunga.
- Visto che la matematica per me è così piacevole, perché dovrei sforzarmi di scrivere romanzi? Non farei meglio a occuparmi solo di matematica? E' questo che vorresti sapere?
Fukaeri annuì.
- Vediamo... La vita vera è diversa dalla matematica. Nella vita le cose non scorrono scegliendo il percorso più breve. La matematica per me è, come dire, troppo naturale. Assomiglia a un bellissimo paesaggio. Qualcosa che semplicemente sta lì. Non c'è bisogno di sostituire nulla. Nel mondo della matematica, ogni tanto ho la sensazione di stare a poco a poco diventando trasparente. E a volte mi fa paura.
Fukaeri continuava a guardare in faccia Tengo, senza mai distogliere lo sguardo. Come se spiasse in un appartamento vuoto con il viso incollato al vetro della finestra.
Tengo disse:
- Quando scrivo, usando le parole sostituisco il paesaggio che mi circonda con qualcosa che per me è molto più naturale. Cioè lo ricompongo. Solo così riesco ad accertare che questa persona chiamata "io" esiste davvero nel mondo. E' un lavoro molto diverso da quello che faccio quando sono nel mondo della matematica.
- Verifica che esiste, - disse Fukaeri.
- Anche se non posso dire di riuscirci ancora bene, - disse Tengo.
(da "1Q84", di Murakami Haruki, Libro 1, Einaudi 2011)
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