Con questo quinto episodio concludo la mia panoramica su alcune delle recensioni del mio "Bestiario matematico" scritte dagli studenti che hanno partecipato all'iniziativa del Premio Asimov.
Comincio con Alex Solennità del Liceo Scientifico Statale "G. Vailati" di Genzano (Roma), che mi attribuisce una cultura enciclopedica e arriva addirittura ad accostarmi a Pascoli:
Semplicemente geniale. Paolo Alessandrini ha una intuizione originale. Egli ha l’arguzia di scegliere come inizio per il suo Bestiario matematico il numero zero e, quindi, di trasporre su carta il concetto di “ex nihilo”, partendo dallo zero, dal nulla, dalla base. Nel corso della lettura si ha quasi la sensazione che venga utilizzata la “poetica del fanciullino” di Pascoli, ma in chiave matematica.
I concetti che hanno asserragliato per secoli i matematici vengono esposti in maniera semplice, fluida per permettere anche a chi non mastica giornalmente la matematica di comprendere le più difficili e complesse teorie. Il messaggio è chiaro, scordati di seguire rigide regole per apprendere i più oscuri segreti della matematica, perché essa è imprevedibile e può essere, come suggerisce il titolo, a tratti bestiale e persino mostruosa.
L’autore riesce perfettamente nell’intento di rendere il suo testo un’avventura. I matematici abbandonano la cravatta e la sedia dell’ufficio, si trasformano nei “matemaghi”, impugnando bacchette e lanciando incantesimi, al fine di domare i mostri che popolano il mondo sconfinato della matematica. Quindi, tuffati nella lettura e lasciati travolgere dal piacere della scoperta e affronta con i “matemaghi” ogni sorta di mostro ti si pari innanzi.
E’ un modo del tutto nuovo di intendere e dispensare matematica, che potremmo definire anticonvenzionale, anche se ciò non vale per Paolo Alessandrini, già autore di “Matematica rock, storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin”, in cui si intravedeva questo, sempre più consolidato, suo modus operandi.
Si può tranquillamente definire enciclopedico il bagaglio culturale di Alessandrini, che vanta conoscenze di carattere letterario, cinematografico, musicale e non solo. Tutto ciò, unito ad una innata facilità di collegamento, permette al libro di proporre i più disparati e sorprendenti riferimenti. L’autore utilizza un lessico adeguato alla materia trattata ma, nel contempo, facilmente decifrabile anche dai meno avvezzi ai linguaggi matematici.
La stesura del libro rivela una minuziosa ricerca di fonti, come testimoniato dalla vasta bibliografia e sitografia utilizzate. Ciononostante, la lettura resta sempre fluida e scorrevole, indipendentemente dalla complessità degli argomenti trattati, la struttura è lineare e segue un filo logico ben delineato, con una suddivisione tematica ben studiata e architettata. Alessandrini, grazie alla sua narrazione scientifica, ha la possibilità di raccontare e dare lustro a numerosi personaggi che nel tempo si sono avvicendati nel panorama scientifico-matematico.
Proseguo con Tizazu Paladino dell'IISS "Virgilio Redi" di Lecce, autore di una bella riflessione sul significato del mio saggio, che è stata anche citata su varie testate giornalistiche e sul sito dell'Università del Salento.
Immaginate: mille scimmie ognuna con la propria macchina da scrivere e un tempo infinito a disposizione. Cosa pensate che succederebbe? Prima o poi arriverebbero a scrivere l’intera opera di Shakespeare!
È con questo esempio, tratto da una striscia di Scott Adams del 1989, che l’autore del libro “Bestiario matematico”, Paolo Alessandrini, ci proietta verso un mondo magico, pieno di meraviglie.
Quali sono queste meraviglie? I numeri, le figure geometriche, le origini dell’infinito e dello zero, in una parola la Matematica. Alcuni la vedono come un mondo fantastico da esplorare (pochi), altri la vedono come il loro peggior incubo (molti). C’è da chiedersi, poi, cosa ci sia alla radice di questa innata paura dei più: la materia in sé oppure tale paura deriva dai metodi utilizzati per insegnarla?
Dietro un banco di scuola è facile rimanere vittime della tanto temuta Matematica se ci costringe a rimanere dietro oziose e sterili operazioni e ad accumulare valutazioni insufficienti.
Paolo Alessandrini ci fa capire che la Matematica non consiste solo in 4 operazioni che ci vengono insegnate ricorsivamente fin da quando siamo piccoli, ma è un mondo sconfinato, pieno di numeri che non riusciamo neanche ad immaginare; ci fa capire che, per essere un grande matematico, non basta la teoria ma serve l’immaginazione, un cervello pronto al cambiamento, capace sia di criticare che di costruire su intuizioni di altri, teoremi, assiomi, mondi totalmente diversi, proprio come hanno fatto gli scopritori di altre geometrie oltre quella euclidea, aprendo gli occhi su mondi diversi e modi diversi di guardare la realtà.
Il libro di Paolo Alessandrini, edito da Hoepli, nella collana Microscopi, dal sottotitolo “Mostri e strane creature nel mondo dei numeri”, è suddiviso in tre parti, ognuna dedicata a una categoria di bestie matematiche: i numeri, le forme, ragionamenti e strutture. All’interno di ogni sezione creature fantastiche come lo zero, i numeri negativi, l’infinito, le geometrie impossibili e così via, in un mosaico fatto di curiosità storiche, ragionamenti per assurdo, riflessioni. Insomma pane per i denti dei matemaghi, come Alessandrini chiama gli esploratori di questa materia che egli definisce strana, bizzarra, talvolta mostruosa e spaventosa. In una parola bella.
Ma come può qualcosa di mostruoso essere bello? “Il fatto è che la mostruosità di questi oggetti matematici consiste soprattutto nel loro essere sorprendenti, inattesi, spiazzanti. E questo, in matematica, è il vero segreto della bellezza” (P. Alessandrini)
L’autore ci tiene a precisare che parlare di matemaghi non vuol dire che basta un colpo di bacchetta magica a risolvere tutti i problemi. Bisogna sporcarsi le mani, lottare perché, dice Alessandrini, la “matematica è come una guerra: una lotta furibonda, portata avanti da matematici da trincea, con le mani sporche di gesso e le fronti imperlate di sudore, ma - suggerisce anche l’autore - la matematica può essere anche una storia d’ amore, perché serve passione per quelle idee, occorre amarli quei concetti, altrimenti la guerra è persa in partenza”.
Allora, avanti tutti, voi timorosi, voi timidi curiosi, voi annoiati da tabelline e numeri. Tra le pagine del “Bestiario matematico” troverete di che nutrire la vostra immaginazione, troverete stimoli per superare la paura e vincere la guerra, subendo il fascino della magia della Matematica che, come dice l’autore nella conclusione, “non finirà mai”.
Termino con Caterina Porri dell'Istituto Arcivescovile Paritario "Santa Caterina" di Pisa, che racconta come la lettura del libro sia stata sorprendente e piacevole.
“Un libro sulla matematica? Uffa”.
È questo ciò che ho pensato quando l’ho acquistato. Credevo infatti, che presto mi sarei ritrovata a cercare con tutte le mie forze, di finire un libro, che probabilmente, mi avrebbe parlato di formule matematiche e di trucchi nascosti, per semplificare un qualche teorema di un qualche matematico. Ero quindi pronta a ritrovarmi, di fronte all’ennesimo professore di matematica, che tentando di convincermi ad amare la sua materia, la racconta come fosse una favola.
È così che però, dopo giorni di attesa ho deciso di dargli una chance e finalmente, girare quella copertina.
“Mostri e strane creature nel regno dei numeri, Paolo Alessandrini”, e da qui tutto in discesa: dubbi e perplessità si sono presto volatilizzati. Sin dalle prime righe di questo libro, sono stata catapultata, in un mondo fatto di matemaghi e di più o meno grandi mostri e creature. Un mondo che si è dimostrato, tenebroso e talvolta macabro, sdrammatizzato però, dal narratore coinvolgente e a tratti comico. Il libro che credevo di leggere non è mai fortunatamente apparso. Tra cenni storici, mostri degni solo dei matemaghi più esperti e ipotesi assurde che ci accompagnano a capire i perché di alcuni ragionamenti, le pagine del libro scorrono veloci, alternando momenti più leggeri, ad alcuni più faticosi, talvolta degni di una seconda rilettura.
Attraverso quindi il linguaggio semplice del nostro amanuense Paolo Alessandrini, si passano in rassegna i numeri più particolari e i teoremi e i ragionamenti apparentemente più complessi, per finire con l’addomesticarli, renderli docili e talvolta riuscendo a giocarci.
Così, a metà tra Hogwarts e un monastero medievale, l’autore capisce lo studente e lo accompagna nel ragionamento e nella storia dei numeri. Rende la matematica, o come la definisce lui stesso la “bestia nera”, qualcosa di superiore al semplice incastrarsi dei pezzi di un puzzle, aprendo porte e infiniti spesso ignorati.
Per mezzo di un climax ascendente della difficoltà si passa dal tentativo di nascondere i numeri irrazionali da parte della chiesa a scimmie che giocano con le tastiere, seguite da poveri scienziati, sicuramente assonnati. Nonostante quindi la fatica e il dubbio iniziale, ho adorato il libro, che sicuramente arricchisce il bagaglio culturale di ciascuno, senza però essere faticoso.
Mi fermo qui, anche se ho soltanto scalfito la superficie di un enorme corpus di elaborati. Sul sito del Premio Asimov trovate le altre, numerose recensioni che i ragazzi premiati hanno prodotto. Sono tutte molto belle e dimostrano quanto entusiasmo, impegno e capacità ci sia in molti degli studenti di oggi. Sono cose che riscontro ogni giorno anch'io, ma ogni tanto è anche bene dirlo.
Grazie a tutti, ragazzi!
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