venerdì 10 giugno 2022

"Bestiario matematico": le recensioni degli studenti - #1

Con questo post comincio a presentarvi alcune delle numerosissime recensioni che gli studenti di tutta Italia hanno scritto per commentare e votare il mio libro "Bestiario matematico" nell'ambito del Premio Asimov 2022.

Come ho già avuto modo di dire, questa faccenda del Premio Asimov è stata per me fonte di grande emozione e felicità. Entrare nella cinquina dei finalisti era già molto importante: la prova che il percorso di autore e divulgatore compiuto da qualche anno a questa parte aveva avuto un senso e che quello che scrivo può costituire qualcosa di significativo per molte persone.
Ma un'altra cosa mi ha riempito di gioia, e mi riferisco ai numerosi attestati di apprezzamento che mi sono arrivati soprattutto da due categorie di persone: gli insegnanti, in particolare di matematica, e gli studenti, specialmente quelli che hanno aderito al progetto del Premio Asimov. 
Non sapete quanta emozione mi abbia procurato la lettura delle loro profonde e acute recensioni.
Scoprire che tanti ragazzi si sono innamorati della "terra fatata" da me descritta, hanno cominciato a vedere la matematica con occhi nuovi, hanno fornito nuove chiavi di lettura del mio Bestiario, hanno giudicato innovativa, divertente e addirittura geniale la modalità narrativa da me adottata, è stato davvero fantastico!

A poco più di un anno dall'uscita del libro, quindi, inizio a pubblicare alcune recensioni (le trovate tutte, anche quelle degli altri libri finalisti, nel sito del Premio). Ho deciso di partire con il lavoro di Agata Furlani del Liceo Scientifico Statale "Giovanni Marinelli" di Udine (per un curioso refuso sul sito del Premio Udine viene collocata in Piemonte, ma tranquilli, è ancora al suo posto in Friuli Venezia Giulia).
Agata, che ringrazio di cuore, ha scritto una recensione davvero meravigliosa, che mi ha emozionato profondamente.
Eccola:

"Bestiario Matematico. Mostri e strane creature nel regno dei numeri" è il quarto libro di Paolo Alessandrini, edito nel 2021 da Hoepli Editore per la collana Microscopi.
L'autore nasce a Verona nel 1971 e si laurea in Ingegneria Informatica a Padova, scrive per "Archimede", rivista matematico–scientifica divulgativa, cura il blog "Mr. Palomar" e insegna matematica a Treviso.
Lo stile narrativo è simpatico e coinvolgente e il suo libro tratta scoperte matematiche anche molto recenti, in modo chiaro e originale.

Descriverei “Bestiario Matematico” come un enorme museo strutturato a tre piani, uno per ogni sezione del libro.
Preparatevi, dobbiamo fare il biglietto e incontrare le nostre guide per questo magico viaggio. Nella biglietteria di questo strano museo troviamo Paolo Alessandrini, l’autore, che ci dà i biglietti facendoci l’occhiolino.
– Sarà una visita emozionante, piena di numeri assurdi, geometrie paradossali e grovigli logici. Fate attenzione a non perdere di vista le vostre guide! – dice sorridendo.


É
mile Borel
Saliamo quindi al primo piano del museo, quello dei numeri più speciali della matematica. Le sale sono molto grandi, in tutto sei. Dopo aver girovagato un po’, incontriamo, nella terza sala, la nostra prima guida: un uomo con dei buffi baffoni e lo sguardo gentile. Dice di essere un matemago, si chiama Émile Borel.
Ci spiega che nella sua sala c’è una scimmia che preme casualmente i tasti di un computer.
– Dopo un tempo infinito, – dice – la scimmia avrà scritto infinite composizioni di caratteri e dentro potreste trovarci qualsiasi parola, frase o opera che si possa desiderare.
Sembrerebbe assurdo, e Borel vorrebbe anche spiegarci perché sia invece possibile, ma dobbiamo correre al prossimo piano, tuffarci nella geometria: il nostro tempo, a differenza di quello della scimmia, non è affatto infinito…

Il secondo piano ha solamente quattro stanze molto particolari. Nella prima sala troviamo un matemago con un paio di occhialetti sul naso. È tedesco e dice di chiamarsi Riemann. Ci mostra una serie di modellini sferici con delle figure dipinte sopra.
– Si tratta di geometria ellittica, diversa da quella che si studia a scuola. Per esempio, se disegnassimo un triangolo su una sfera e lo appiattissimo, sarebbe molto diverso dal suo cugino euclideo.
Possiamo capire questa speciale geometria anche tentando di schiacciare la buccia di mezzo limone, che saremmo costretti a rompere.

Nell’ultima sala del secondo piano ci accoglie il grande John Conway. È attorniato da centinaia di scacchiere e sta colorando alcuni quadratini di una di queste, tutto indaffarato.
– È il gioco della vita – dice laconico con un guizzo nella voce.
Non possiamo chiedergli altro, perché continua a colorare e cancellare, senza darsi pace. Un cartellino sotto ad un’altra scacchiera dice che quel suo gioco diventerà molto importante per l’informatica.

Infine saliamo all’ultimo piano, quello della logica. La nostra prossima guida ha una folta barba e lunghi capelli bianchi, l’aria svampita. Si presenta come Raymond Smullyan, matemago e inventore di innumerevoli indovinelli con cavalieri e furfanti nella celebre isola.
– Non crediate che scrivere enigmi sia facile. C’è una brutta bestia in giro: l’antinomia – dice con fare minaccioso.
Noi gli crediamo sulla parola, anche perché siamo arrivati alla fine della nostro viaggio.

Come per magia, Paolo Alessandrini compare davanti alla porta d’uscita del museo.
Non chiedetegli come abbia fatto, è pur sempre un matemago.

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