lunedì 21 settembre 2020

La matematica di Gianni Rodari #15: Misure


Una questione matematica molto cara a Rodari è il concetto di misura.
Nel capitolo 37 della "Grammatica della fantasia", significativamente intitolato "La matematica delle storie", Rodari sottolinea quanto sia importante che i bambini imparino a misurare il mondo attorno a loro, preferibilmente attribuendo un connotato ludico a questa atttività: 

Fondamento di ogni attività scientifica è la misurazione. Esiste un gioco per bambini che dev'essere stato inventato da un grande matematico: il gioco dei passi. Il bambino che domanda il gioco ordina ai suoi compagni, di volta in volta, di fare "tre passi da leone", "un passo da formica", "un passo da gambero", "tre passi da elefante"... Così lo spazio del gioco è continuamente misurato e rimisurato, creato e ricreato da capo secondo diverse unità di misura fantastiche. Da questo gioco possono prendere spunto esercizi matematici molto divertenti, per scoprire "quante scarpe è lunga l'aula scolastica", "quanti cucchiai è alto Carletto", "quanti cavaturaccioli ci sono dalla tavola alla stufa...". Dal gioco alla storia il passo è breve. 

Ecco, ancora una volta, la Fantastica che si sostituisce alla Logica: non sopprimendo completamente lo spirito scientifico e razionale, ma sovrapponendovi i colori della fantasia per creare una "nuova logica", più libera ma non certo priva di una sua razionalità. E questo mondo logico-fantastico è un terreno estremamente fertile per ambientarvi storie.
Ci sono due brani (già citati in puntate precedenti di questa serie) in cui questo processo è molto evidente. 

Il primo è il racconto "Pesa-di-più e Pesa-di-meno", in cui si gioca sui paradossi legati alla misurazione del peso. 

Il secondo esempio proviene dalla celebre filastrocca "A inventare i numeri" (dalle "Favole al telefono"):

"Quanto c’è da qui a Milano?"
"Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini".
"Quanto pesa una lagrima?"
"Secondo: la lagrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra".
"Quanto è lunga questa favola?"
"Troppo". 

E non è finita.
In una delle storie tratte da "Il tamburino magico", il malvagio dottor Terribilis cerca di spostare la Luna dalla sua orbita celeste, ma fallisce nel suo intento proprio perché non è molto bravo in matematica, in particolare nelle misure e nelle equivalenze:
Il grande supercrick sprigionava invano tutta la sua diabolica potenza. La Luna non si spostava di un millimetro dalla sua strada di sempre. Bisogna sapere che il dottor Terribilis, dotto e ingegnosissimo in ogni campo, era piuttosto debole nel calcolo dei pesi e delle misure del sistema metrico decimale. Nel calcolare il peso della Luna egli aveva sbagliato l’equivalenza per ridurre le tonnellate in quintali. Il supercrick era fabbricato per una Luna dieci volte più piccola e leggera della nostra. Il dottor Terribilis ruggì per il dispetto, rimontò sulla navicella spaziale e si sprofondò nello spazio...

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