I matematici hanno cominciato a parlare di reti, o di grafi, come
talvolta si preferisce dire, in tempi relativamente recenti. Ad
introdurre per primo questo concetto fu, intorno al 1736, lo svizzero
Leonhard Euler (spesso italianizzato in Eulero), uno dei più grandi geni
matematici di ogni epoca.
A offrire a Eulero l’assist per fondare la teoria dei grafi fu un
curioso enigma che si ispirava alla particolare conformazione della
città prussiana di Königsberg.

Questa
città, che oggi si chiama Kaliningrad e si trova in territorio russo, è
famosa per avere dato i natali al filosofo Immanuel Kant e al
matematico David Hilbert. Il fiume che attraversa l’area cittadina, il
Pregel, forma due vaste isole, che nel Settecento erano collegate tra di
loro e con le due aree principali della città tramite sette ponti. Il
problema consisteva nel tracciare un percorso che attraversasse ognuno
dei sette ponti una e una sola volta, tornando infine al punto di
partenza.
Oggi i matematici chiamano “euleriano” un percorso di questo tipo.
Cosa fece Eulero per meritare un simile onore? Semplicemente dimostrò
che a Königsberg non esiste un circuito euleriano.

Come vi riuscì? La mossa vincente fu formulare il problema in termini
di “rete”. Eulero rappresentò infatti ciascuna delle aree urbane come
un “nodo” e ciascuno dei ponti come un “arco”. Analizzando la rete che
si era originata, si accorse che da ogni nodo usciva un numero dispari
di archi; nel contempo riuscì a dimostrare che in una rete esiste un
percorso euleriano se e soltanto se non vi sono nodi toccati da un
numero dispari di archi. Ecco allora che la passeggiata euleriana sui
ponti di Königsberg è impossibile.
Il bello è che Eulero fu il primo in assoluto a risolvere un problema
ricorrendo a strumenti di questo tipo: mentre disegnava il grafo della
città di Königsberg, di fatto Eulero stava fondando un nuovo importante
ramo della matematica.
I colleghi di Eulero lo snobbarono per questa sua trovata: secondo
loro soltanto argomenti come l’analisi infinitesimale, la teoria dei
numeri e la geometria erano degni delle attenzioni di un matematico, e
tutto il resto era solo perdita di tempo.
Ma proprio il tempo diede ragione a Eulero. Oggi la teoria dei grafi è
considerata un’area fondamentale della matematica, insostituibile in
molti rami della fisica, dell’ingegneria, dell’informatica.
Senza rendercene conto, tutti i giorni abbiamo a che fare con le
reti: cosa sono, secondo voi, gli alberi genealogici, gli organigrammi
aziendali, i diagrammi di flusso, gli schemi elettrici? E che dire del
reticolo di strade della nostra città, della rete dei telefoni
cellulari, di internet, del web, dei social network?
Perché, allora, non trattare anche le costellazioni come reti? Un
tempo gli atlanti si limitavano a mostrare le posizioni delle stelle
presenti in ogni costellazione, decorando il tutto con eleganti disegni
ispirati a personaggi mitologici; ma in tempi più recenti sono comparse
le familiari linee che congiungono le stelle tra di loro. Questi
intrecci sono reti a tutti gli effetti, e per di più planari, in quanto
le linee non si intersecano mai, se non nelle stelle stesse.

Già nel 1930 furono stabiliti i
confini convenzionali delle costellazioni, ma il modo in cui le stelle
di ogni costellazioni vengono collegate tra di loro non fu mai oggetto
di standardizzazione. A seconda che il disegno di una costellazione
contenga o meno circuiti chiusi, ci possiamo trovare di fronte a una
rete qualsiasi o ad una rete speciale, chiamata “albero”.
Sono chiamati
alberi, quindi, i grafi in cui, presi a caso due nodi, esiste
esattamente un percorso che li congiunga. Ovviamente, il carattere
“arboreo” o meno di una costellazione è legato alla libera scelta di
come unire le stelle l’una all’altra. Cassiopea, ad esempio, viene
tipicamente disegnata come una grande W, ma nessuno ci impedisce, per
una volta, di trasgredire e tratteggiarla in modo diverso.
Il problema di settembre 2013 richiedeva appunto di ridisegnare Cassiopea
in modo che le stelle Segin, Ruchbah e Tsih siano collegate ciascuna a
una sola stella, mentre Caph è collegata a tre stelle. Veniva anche
richiesto di dimostrare l’unicità della soluzione trovata.
Siete in grado di risolvere l'enigma? Se volete provarci da soli, aspettate a leggere il seguito di questo post! (ovviamente, per chi indovinerà la risposta non ci sarà nessun premio, se non la soddisfazione di essere riusciti nell'intento)
Un possibile approccio per risolvere il rompicapo è il seguente.
Dato
che le stelle prese in considerazione sono cinque (Segin, Ruchbah,
Tsih, Shedir e Caph), si tratta di disegnare un albero formato da cinque
nodi. Ora, dal punto di vista della topologia della rete, un simile
albero può essere di tre tipi soltanto (vedi figura).
Che esistano soltanto queste tre topologie lo si può vedere molto
facilmente. Provate a costruire un albero di cinque nodi passo dopo
passo, cioè partendo da un nodo soltanto e aggiungendo via via gli
altri: vi accorgerete che le opzioni possibili vi porteranno comunque
verso queste tre conformazioni, e nessun’altra è raggiungibile.
Dato che nella nuova Cassiopea che vogliamo costruire c’è una stella
(Caph) collegata a tre stelle, possiamo senz’altro escludere il primo
tipo di albero (in cui nessun nodo ha tre adiacenti) e anche il secondo
(nel quale il nodo centrale ha quattro adiacenti, e gli altri quattro ne
hanno soltanto uno, appunto quello centrale).
Siamo quindi nel terzo prototipo di grafo, nel quale vi è un nodo C
(nel nostro caso Caph) legata a tre suoi vicini (B, D, E). Dato che
Segin, Ruchbah e Tsih devono avere una sola vicina, il nodo B è
sicuramente Shedir, adiacente a Caph e collegato a due nodi.
Per trovare la soluzione, non ci resta che abbinare i nodi A, D ed E
alle stelle Segin, Ruchbah e Tsih. Due di questi (D ed E) devono legarsi
a Caph, e un altro (A) a Shedir. Da una rapida analisi della
disposizione delle stelle di Cassiopea, appare evidente che soltanto
scegliendo Ruchbah come nodo A (e quindi abbinando Segin e Tsih ai nodi D
ed E) si evitano sovrapposizioni di linee, preservando la planarità del
grafo.
Quindi l’unica soluzione compatibile con gli indizi dati è quella
illustrata nella figura seguente (dove gli archi dell’albero individuato
sono mostrati in rosso, sovrapposti alla tradizionale W di Cassiopea):