Sicuramente molti lettori hanno già sentito parlare dell'OuLiPo, e sanno cos'è: un gruppo di scrittori di lingua francese, fondato nel 1960, che inventò interessanti tecniche di scrittura "vincolata", spesso legate a criteri matematici.
Due celebri membri dell'OuLiPo furono Raymond Queneau, autore de "I fiori blu", di "Zazie nel metro" e degli "Esercizi di stile", e Georges Perec, che, come già raccontato in questo blog, utilizzò un quadrato greco-latino per dare una struttura al suo romanzo "La vita, istruzioni per l'uso".
Sulle tecniche di scrittura oulipiane si potrebbero riempire centinaia di post di interesse matematico: ma vorrei limitarmi ad un esempio piccolo piccolo, che vi propongo in forma di enigma domenicale.
Uno dei componenti dell'OuLiPo, certo meno noto di Perec e Queneau, fu Jacques Bens (1931-2001), il quale inventò una forma alternativa di sonetto, e riempì addirittura un intero libro con 41 esempi di questa nuova struttura.
Il sonetto classico è formato da quattordici versi, di solito endecasillabi, raggruppati in strofe composte rispettivamente da 4, 4, 3 e 3 versi (in totale appunto 14).
Per illustrare la struttura classica del sonetto propongo il seguente celebre esempio dantesco:
Tanto gentile e tanto onesta pare
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi non l'ardiscan di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi non la prova:
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.
Il sonetto di Bens utilizza invece una struttura di strofe costituite rispettivamente da 3, 1, 4, 1 e 5 versi. Eccone un esempio:
Mélancolique
Je vais donc retrouver mes anciens horizons,
Cette odeur pas perdue des vents et des maisons.
J’ai l’air d’abandonner, mais n’ayez nulle crainte:
Si je quitte Paris, c’est pour le mieux aimer.
On incline à brusquer une banale étreinte.
Mais que vaut cet orgueil qui n’est plus de saison?
Allez donc réunir le cœur et les raisons.
La ville, en souriant, laisse sa rude empreinte:
Si je quitte Paris, c’est pour vous mieux aimer.
Vous mieux aimer, je ne pouvais y croire, mais
Je vois bien qu’aujourd’hui le présent nous emporte.
Il me faut, pour vous voir, m’éloigner quelque peu.
J’enferme mes regrets, puisque cela se peut,
Après avoir glissé ma clé sous votre porte.
Lascio ai lettori due compiti: il primo è tradurre il sonetto dal francese, il secondo, più interessante dal punto di vista della matematica giocosa, è capire il motivo di questa particolare struttura.
Non è affatto difficile, sono sicuro che l'avete tutti capito: il primo che inserirà un commento con la soluzione esatta meriterà un pubblico elogio su un prossimo blog.
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Io non so scrivere e tanto meno tradurre; la prima parte della domanda poi è troppo facile e allora non mi resta che fare i complimenti a Jacques Bens (che non conosco, ma ancora per poco). R voglio scoprire a chi tutto sulla misteriosa persona della seconda parte: molto più intrigante della sdolcinata di Dante. Sì sdolcinata per via dello style novo.
RispondiEliminaOPS! è venuta una R al posto di una E
RispondiEliminas/ R / E /
Sono le prime cifre di π. Sulle contraintes matematiche applicate dagli oulipiani alla poesia penso che ti possa interessare il mio Contraintes matematiche e poesia. Mentre leggi, condivido questo tuo bell'articolo su Facebook.
RispondiEliminaEsatto, Popinga, proprio così!
RispondiEliminaComplimenti vivissimi!
(d'altra parte il quiz era facile, forse troppo facile, e sapevo che sarebbe stato risolto prestissimo...)
Guarda caso, proprio in onore di π, la raccolta di Bens si intitola "Sonetti irrazionali".
Grazie per la segnalazione dell'articolo "Contraintes matematiche e poesia": lo leggerò con grandissimo interesse!
mi chiedo solo quali siano i vincoli di rima del sonetto pigrechico.
RispondiEliminaAAB
RispondiEliminaC
BAAB
C
BDEED.
Che possiamo anche scrivere così: AABCB AABCB DEED.
Lo schema ritmico del sonetto presenta numerosissime varianti (vedi voce su Wikipedia): aggiungiamoci pure questa, senza scandalo.
sì, di schemi ritmici del sonetto ce ne sono a josa e questo non è nemmeno così brutto. Però fa a pugni con la struttura della divisione in stanze, tutto qua.
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